La Shoah nell'arte contemporanea

 

CHRISTIAN BOLTANSKY “Chance” 2011

https://www.youtube.com/watch?v=47o10W_ltVc

Christian Boltanski  segue un suo personale discorso sull’essenza della vita e sui problemi di rappresentazione che tale intento gli pone. Il suo territorio è considerato quello della memoria, del vuoto generato della perdita umana, dell’agghiacciante oblio che caratterizza la scomparsa di individui anonimi cancellati dall’ottusa e delirante follia della storia. Non a caso, la sua poetica è fortemente legata alla questione della Shoah e al lavoro sull’emersione della memoria nel presente, il tutto connesso  alla fine terribile di milioni di persone durante la seconda guerra mondiale. Ma il suo impegno espressivo va oltre e cerca di rintracciare il senso delle esistenze anonime e dimenticate da tutti. Proprio per tale motivo, la questione della morte e della fine di ogni cosa, dell’annientamento del soggetto e della ributtante pratica della sopraffazione dell’uomo sull’uomo sono sempre stati fattori centrali nella sua pratica artistica.

 “Chance” è costituita da un labirinto di rotative sulle quali scorrono immagini di volti di bambini e da una postazione video dove lo stesso visitatore poteva bloccare lo scorrimento dei primi piani di persone anonime, permettendo di fatto l’emersione nel presente di sconosciuti, restituiti al presente proprio attraverso il processo della memoria.

 

Come l’arte del Novecento racconta la Shoah

https://www.diariodellarte.it/arte-shoah-novecento/

Una rassegna di artisti, testimoni diretti (e non) delle atrocità commesse nei campi di sterminio e durante le deportazioni naziste, che hanno riversato il proprio orrore in dipinti e disegni. 


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