CONCORSO "NON DIMENTICHIAMO"
Ecco i lavori dei primi tre classificati al concorso artistico/letterario "Non dimentichiamo" alla sua terza edizione.
PRIMA CLASSIFICATA
VALERIA GHISOLFI V B alb
ALMENO NON HO PERSO
NESSUNO"
"Ma almeno non ho perso nessuno",
questo ripete mia nonna ogni volta che finisce di raccontare cosa è successo il
28 Maggio 1974 Lei non ama parlare di quel giorno, ma come mi ha sempre
insegnato: non possiamo dimenticare. Vorrei partire dicendo che la madre di mio
padre, Giulia è cresciuta durante la seconda guerra mondiale, di bombe ne aveva
sentite e di paura ne aveva provata, molta, e nonostante da sempre lei mi
racconti di quel giorno, le emozioni e i brividi sono sempre presenti
"Nonno
era a lavoro, papà a scuola mentre io e le tue zie eravamo a casa".
Mio nonno lavorava in ferrovia, era lontano da casa, l'ha
scoperto solo la sera, quando è tornato dalla sua famiglia.
Mio papà aveva 1 1 anni, dopo due mesi ne avrebbe fatti 12,non
me ne ha mai parlato, ma ogni tanto aggiunge dei particolari alla storia di mia
nonna. Gli si vede in faccia che non l'ha superato, la maggior parte delle
volte esce dalla stanza per non riviverlo.
Le mie zie dormivano, si sono spaventate, mia nonna è corsa
fuori, abitavano in Corsetto Sant'Agata, la via dietro alla Loggia.
Il fratello di mia nonna, uno dei pochi
rimasti dopo la guerra, era in piazza quel giorno, stava manifestando come
tutto il resto della folla.
" Avevo perso troppi fratelli in troppo poco tempo, non
potevo aver perso anche lui". E per lui mia nonna corse in piazza. Iniziò
a cercare il fratello, correva, urlava ma era impossibile capire qualcosa in
mezzo a tutte quelle urla, alle persone che correvano e in generale in mezzo al
caos. Caos e paura: le uniche parole con cui descrive la situazione della
piazza. Quando lo racconta trema ancora, ne parla con una frenesia simile a
quella che racconta di aver provato, distaccata dalla realtà come se ogni volta
si proiettasse in quel momento per riviverlo e non dimenticare nulla. I morti
erano appena stati coperti, lei non trovava suo fratello, aveva paura. Le forze
dell'ordine non le permisero di vedere i corpi. Ancora più spaventata tornò a
cercarlo, sperando di non dover mai tornare a vedere le vittime. Le urla, la paura,
chi piangeva, chi cercava di aiutare i feriti, chi si disperava per la perdita
dei propri cari, chi non capiva e chi aveva capito fin troppo bene.
Fortunatamente suo fratello non era morto, nemmeno ferito, almeno non
fisicamente. Era rimasto vicino alla Loggia, aveva intenzione di andare a
trovare la sorella dopo la manifestazione. A mia nonna piace dire che si
volevano talmente bene che il loro legame l'ha salvato. La paura però non è
svanita con la fine della giornata. Nonostante siano passati 50 anni, chi era a
casa della mia famiglia quel giorno ha ancora oggi paura dei fuochi
d'artificio, dei "botti", delle urla, dei raduni in piazza. Da
piccola era difficile capire perché mia nonna piangesse, non capivo perché
fosse triste, era passato tanto tempo e non aveva perso nessuno, almeno cosi
pensavo. Quel giorno mia nonna e tutti i Bresciani hanno perso una parte di
loro, hanno perso amici, parenti, conoscenti e concittadini. Mia nonna, come
tutta Brescia, è stata una vittima e ogni giorno soffre insieme ai parenti
degli 8 morti a causa della strage ed ai feriti di quel giorno.
"Attaccati
da dei codardi, volevano spaventare tutti, volevano sentirsi più potenti in
confronto a chi protestava contro di loro, più potenti di Brescia e di tutta
Italia. Tutto per avere potere, ma che potere volevano avere se non hanno
nemmeno avuto coraggio di dire che sono stati loro, codardi! Almeno non ho
perso nessuno".
Questo dice sempre mia nonna, ma ciò che fa
più male è vedere le emozioni nei suoi occhi, la paura ancora presente, vedere
che nel quotidiano questa esperienza è comunque come un'ombra nascosta sempre
pronta a colpire. La paura di andare al mercato, o non potersi godere le sue
nipoti a carnevale o al parco perché ci sono i petardi e troppe persone. La
paura che tutto questo possa tornare.
Piazza
Loggia, 28 Maggio 1974
Sono tra la folla come quel giorno
di Maggio.
Tra le note di un’orchestra armoniosa mi immergo in un Passato cinquantenne.
Torno indietro a quel martedì:
28 Maggio 1974.
Nonostante l’ estate sia alle porte percepisco
una fredda aria di tensione che riecheggia tra i palazzi del centro…
Mi volto, e alle mie spalle,
trovo la manifestazione
di quei lavoratori e sindacati,
che sono in Piazza Loggia
per protestare contro il
terrorismo nero.
Mi soffermo un attimo, sotto al colonnato del Palazzo Comunale,
per scrutarli da lontano.
Una massa, di persone che si batte per qualcosa,
di drasticamente tangibile, a loro.
Esso, incombe secondo dopo secondo su questa gente
e ad ogni suo passo diventa più feroce.
Mi avvicino, facendomi strada tra quelle persone.
Tuttavia, l’ombra nera di paura, si fa, sempre più vicina ad essi,
fino a che… BANG!
La bomba nel cestino,
esplode!
Resto, qui, come un fantasma,
tra le grida di queste
persone.
Dalla folla si sente urlare <<
È UNA BOMBA! >>
In rapida successione, dal palco <<FERMI!, STATE FERMI!>>
Nemmeno io, uomo di un'altra epoca,
sono in grado di capire tutto ciò che sta avvenendo intorno a me.
Vedo la gente che fino a pochi istanti era in piedi vicino a me,
poi, gridare e scappare.
Altri sono su questo inerte asfalto,
stesi, per terra, dopo essere stati calpestati, come le cadenti foglie d’autunno.
Alzo lo sguardo
la prima cosa che vedo è un uomo, che tra le braccia,
e le lacrime che riflettono il sangue, stringe a sé sua moglie,
la cui vita è una tra le tante che é stata appena spezzata.
Avverto da lontano le sirene dei soccorsi, ma prima di poterli vedere
torno al presente.
Riemergo, riaffioro, risorgo,
dopo aver vissuto tutto ciò,
torno al 25 Aprile.
Mi guardo nuovamente intorno, come se fossi ancora timoroso,
che qualcosa, di nuovo, possa accadere,
come se fossi ancora lì, tra quei corpi e quei feriti…
Brescia Ore: 17.18
Data: 25/04/2024
TERZE CLASSIFICATE
BEATRICE RUBAGOTTI E ILARIA ZANI V A alberghiero
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